La Venezia del Tintoretto

Facebook
Twitter
LinkedIn

“Tintoretto è Venezia anche se non dipinge Venezia” scriveva Jean Paul Sartre. E in effetti, la biografia dell’artista è talmente visceralmente legata alla storia della città che, ancora oggi, riesce facile immaginare il suo quotidiano tra le calli e i campielli della Serenissima, dalle corti dei nobili al rione dei tintori. Per contro la città, all’epoca non sempre riconoscente della maestria dell’artista, oggi non perde occasione per rendergli omaggio.

Nato Jacopo Robusti nel 1518, Tintoretto deve il suo pseudonimo al mestiere del padre, tintore di tessuti. I soprannomi “Il Furioso” o, come lo definì il Vasari, “Il Terribile” derivano invece dal suo carattere impetuoso e dall’uso drammatico della prospettiva e della luce. Considerato uno tra i più grandi pittori del Rinascimento, l’influenza del Tintoretto si estende fino agli Impressionisti. 

Dal Sestiere Cannaregio, dove il pittore abitò a partire dal 1547, fino alla Chiesa della Madonna dell’Orto che custodisce le sue spoglie, la mappa dei luoghi legati all’artista permette di seguirne le tracce e di ammirare l’evoluzione stilistica della sua opera. 

Al 3399 di Fondamenta dei Mori, una lapide posta sulla facciata di un edificio gotico ammonisce il viaggiatore: “Non ignorare, viandante, l’antica casa di Jacopo Robusti detti il Tintoretto. Di qui per ogni dove si diffusero innumerevoli dipinti, mirabili pubblicamente e privatamente, magistralmente realizzati con fine ingegno dal suo pennello.” Nella Chiesa di San Marziale si trova la pala realizzata nel 1549: San Marziale in gloria con i santi Pietro e Paolo. Affacciata sul Canal Grande, la Chiesa di San Marcuola ospita l’Ultima cena (1547), mentre nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’Oro troviamo il Ritratto del procuratore Nicolò Priuli. Ma il massimo dello splendore dell’opera pittorica di Tintoretto si trova nella Scuola Grande di San Rocco, dove possiamo ammirarne il ciclo pittorico più imponente e virtuoso presente a Venezia.

In una città che fu madre e matrigna, spesso diffidente verso quella pittura così stravagante, ribelle, e talvolta sconveniente, noi di Hostaria Bacanera siamo orgogliosi di ospitare all’interno della nostra location ben due quadri del Tintoretto, e altrettanto orgogliosi di poterli mostrare a voi che venite a trovarci.